lunedì 12 gennaio 2009

AMICI

Sono stato nel dubbio se riportare questo post oppure no. Poi alla fine ho pensato che a mio padre avrebbe comunque fatto piacere leggere un pensiero di un amico.

http://www.maccioni.net/prime/24luglio2008.htm


24 Luglio 2008

Nei mesi passati è successo un brutto incidente al TSN di Pistoia,
il 24 luglio 2008 è morto un carissimo Amico, Riccardo Tarlati.
Riccardo lo conoscevo dal 1981 ed io ancora minorenne mi ha adottato e accompagnato
nella passione più grande della mia vita (parlando di hobby), la subacquea.
Con lui ho fatto la mia terza immersione, fatta al lago Santo.
Lui mi ha venduto la mia prima muta e per un pò di anni mi ha
scarrozzato in immersioni e battute di pesca in apnea.
Riccardo mi ha fatto appassionare anche alla fotografia e video,
e sinceramente li mi ha insegnato di più che nella subacquea :-)
Con lui ero quando siamo finiti in camera iperbarica e in decine
di altre "avventure". Insomma per un pò di anni è stato come un fratello maggiore.
Riccardo è sempre stata una persona solare, non l'ho mai visto arrabbiato.
Aveva la capacità di infilarsi in avventure improbabili, una ne faceva,
cento ne pensava. E non tutte erano così strane, giudicate col senno di poi ...
Poi come succede nella vita ci si allontana per vari motivi,
ma ritrovarlo per casualità era sempre una gioia.
La passione per le armi non ci aveva mai coinvolto, Riccardo
cacciatore da sempre, io che mi si sono avvicinato a questa passione
per caso, relativamente da poco tempo. Non ci eravamo mai incontrati
al TSN, ma molte volte nei nostri incontri casuali, aveva espresso
la voglia di comprare una ex ordinanza e io mi ero reso ben
disponibile a fargli vedere i miei ferri e consigliarlo sull'acquisto di
qualcosa, nella fretta della vita questo tempo non ci è stato concesso.
La prima volta che ci siamo incontrati al TSN è stata anche l'ultima,
non doveva finire così.

Dopo circa un mese sono tornato a sparare, non è stato certo facile.
L'idea di riprendere in mano un fucile mi sconvolgeva, ma volevo capire se continuare
in questa attività o no. Sono stato due volte al TSN di Signa a guardare gli altri sparare,
a guardare i bersagli a 100 metri e l'unica cosa che mi veniva da fare era piangere ...
Poi mi sono fatto accompagnare da un amico ed ho portato un fucile,
ho provato a sparare qualche colpo, non è stato facile.
Dopo una settimana sono tornato ed ho risparato, sempre con difficoltà, ma ho riniziato a
viverla con una certa normalità, per quanto compatibile in queste condizioni.
Un'altro scalino da superare è stato affrontare la gara del campionato ex ordinanza
a Colle Val D'Elsa. Andare o no, decisione non facile.
Ho deciso per il sì e quando mi sono seduto al banco ho voluto immaginare che
Riccardo fosse lì a consigliarmi ...
Ho fatto il più bel bersaglio che abbia mai fatto in gara.

Il 24 luglio 2008 rimarrà sempre nella mia testa,
Riccardo rimarrà sempre nel mio cuore.

Marco



sabato 3 gennaio 2009

ALTRO DRAMMA CAUSATO DA INCIDENTE IN POLIGONO

Pubblico con rammarico la seguente notizia . Esprimo a nome mio e della mia famiglia tutta la solidarietà alla famiglia e amici della vittima:

Ferito al poligono, due mesi di agonia
Morto l’artigiano cinquantenne di Fontanafredda coinvolto nell’incidente. Era il più grave

Sabato 3 Gennaio 2009,
È morto Fernando Toffolo, 50 anni, perito chimico, titolare di un’azienda di termoidraulica e analisi delle acque, di Fontanafredda (originario di Polcenigo). Era uno dei soci che era rimasto ustionato in modo grave nello scoppio, avvenuto l’1 novembre, nel poligono di via Tiro a segno a Pordenone. Per due mesi ha lottato contro le ustioni che gli avevano devastato il 75 per cento del corpo, ma anche contro le infezioni (setticemia). Nelle ultime settimane i medici del Centro ustionati dell’ospedale Maggiore di Parma sembravano orientati a un cauto ottimismo. Toffolo, seppure ancora ricoverato in rianimazione con prognosi riservata, aveva dato segnali di miglioramento, seppure lievi. Improvvisamente il quadro clinico è precipitato il 31 dicembre. La moglie Elisabetta Brambilla e il fratello Vittorio si sono precipitati a Parma, al capezzale di Fermando. Nel cuore avevano la speranza che, per l’ennesima volta, superasse il momento critico. Invece non ce l’ha fatta e il suo cuore, nella notte tra l’1 e il 2 gennaio, si è irrimediabilmente fermato, lasciando sgomenti i parenti, gli amici e le tante persone che gli volevano e gli vogliono bene. «Non so darmi pace - ha spiegato il padre Ermanno, che abita a Polcenigo e che era molto legato al figlio primogenito (Vittorio è di 2 anni più giovane) - perché era la mia stampella. Adesso non so cosa farò. Da pochi mesi ho perso la moglie, uccisa da un tumore, e adesso il destino mi ha strappato anche un figlio». Ha la voce rotta dal dolore e dai singhiozzi repressi Ermanno Toffolo. Poi finisce per maledire quella passione per le armi da tiro a segno del figlio: «Quell’amore per le armi e per il poligono - ha concluso - gli sono costate la vita. Mi hanno strappato l’affatto di Fernando».
Da quanto si è appreso il rito funebre d’addio di Fernando Toffolo dovrebbe essere celebrato lunedì a Fontanafredda. Poi la salma sarà dovrebbe essere sepolta a Polcenigo.
Ermanno Toffolo era nato ed era cresciuto a Polcenigo. Dopo le scuole dell’obbligo aveva ottenuto il diploma di perito chimico e già nel 1980 aveva aperto l’azienda nella zona industriale di Fontanafredda. Subito dopo si era sposato con l’amata Elisabetta, che lo aveva reso padre di Fabio. Era un uomo buono Fernando e sempre disponibile ad aiutare amici e conoscenti. Aveva un’unica passione: quella per il tiro a segno e le armi.
Dopo l’esplosione nel poligono la Procura aveva iscritto sul registro degli indagati il presidente del Poligono generale Antonio Carrabba e il direttore di tiro Ettore Mei (uno dei feriti che, con gli amici Daniele Moras e Liano Grizzo, si trova ricoverato in un centro grandi ustionati) con le ipotesi d’accusa di incendio colposo e lesioni colpose gravi (ora diventerà omicidio colposo).
Roberto Ortolan