giovedì 25 settembre 2008

RASSEGNA STAMPA 4

IL PRESIDENTE DEL TIRO A SEGNO NAZIONALE

Dopo il tragico incendio:"Pronto a lasciare la guida"

Non si dà pace il presidente del poligono dove ha perso tragicamente la vita il fotografo Riccardo Tarlati. Daniele Cecchi, presidenete del Tiro a segno nazionale non esclude le dimissioni: "Mi chiedo se ha ancora senso continuare"
Pistoia, 29 luglio 2008 - La tragedia al Tiro a segno nazionale di via dei Macelli lo ha provato oltremisura. Daniele Cecchi - 37 anni, sposato, due figli, artigiano (gestisce con il padre Silvano un’officina meccanica di riparazioni auto nella zona industriale di Sant’Agostino) - è il presidente del circolo da due anni. La morte del fotografo Riccardo Tarlati, il tragico modo in cui è avvenuta, lo ha gettato in uno stato di depressione. Giorno e notte non riesce a darsi pace e nella mente ancora frastornata dalla tragedia comincia a farsi strada l’idea di dimettersi. "E’ ancora presto per prendere una simile decisione, ma mi sto chiedendo se abbia ancora un senso continuare. Colpe, sinceramente, non credo di averne, al poligono era tutto a posto, ma è morta una persona. E allora continuo a chiedermi se vale la pena di continuare a fare il dirigente. Mi piacerebbe tornare a praticare questo sport a livello agonistico".
Cecchi, quando è accaduta la disgrazia lei si trovava a Londra. Come mai?
"Da cinque anni seguo, come meccanico responsabile della Chevrolet, le corse su pista e quindi sono continuamente in giro per il mondo. Mi ha informato per telefono il segretario Panerai. Sono rimasto di ghiaccio e sono subito partito per Pistoia".
Come si difende il suo circolo da eventuali responsabilità?
"Abbiamo incaricato gli avvocati Andrea Niccolai e Cecilia Turco di tutelare il circolo e di assistere i quattro, me compreso, che hanno ricevuto l’avviso di garanzia. In questo momento non ho niente da dire".
Da quanti anni è presidente del Tiro a segno nazionale?
"Sono entrato come socio nel 1984. Sono stato un tiratore sportivo di buon livello fino al 1991, quando decisi di lasciare questo sport. Sono tornato al ‘Tiro’ nel 2000. Nel 2005 ci sono state nuove elezioni in seguito alle dimissioni del presidente Panerai e i soci hanno eletto me alla presidenza. Era l’agosto del 2006".
Il Tiro a segno è nato nel 1882, quindi ha 126 anni. E’ una delle associazione più antiche della città, se non della Toscana. In passato erano mai accaduti episodi così tragici o anche meno gravi?
"Da quando sono socio mai, nemmeno uno di lieve entità".
Quanti soci ha il Tiro a segno?
"I soci volontari sono 280, quelli obbligati 500".
Chi sono i soci obbligati?
"Le forze dell’ordine, i vigili urbani, le guardie giurate, cioè tutti coloro che, per lavoro, portano un’arma e quindi devono fare periodicamente dei corsi di aggiornamento".
Può dirci qual è il bilancio del circolo?
"Le entrate raggiungono i centomila euro, i costi si aggirano sugli ottantacinquemila, per cui c’è un utile di bilancio di circa quindicimila euro".
Le entrate da cosa derivano?
"Dalle quote di iscrizione dei soci, dall’affitto di armi, munizioni, linee di tiro e dai corsi di tiro".
Come investe le entrate, o meglio l’utile annuale, il circolo?
"Per ristrutturare l’impianto, per tenerlo conforme alle leggi sulla sicurezza, per renderlo sicuro al cento per cento. Stavamo completando una palestra di tiro, che comportava una spesa di 50mila euro. E’ un progetto al quale tenevo molto. Il consiglio ha approvato la sua realizzazione per venire incontro alle esigenze soprattutto dei giovani. Noi dirigenti togliamo ore al nostro tempo libero per passione, la nostra è un’attività di volontariato, come da statuto. Se c’è un utile d’esercizio, non viene ripartito, ma investito nel circolo stesso per migliorarne le strutture".
Qualcuno ha detto che il Tiro a segno fa poco sport rispetto al passato.
"Abbiamo Marco Maccioni che è campione italiano in carica di tiro ex ordinanza, Francesco Gaggioli che è campione italiano di carabina libera e cinque atleti che parteciperanno ai campionati italiani Juniores e Seniores. Dire che facciamo poco sport è una bugia. E poi, ci sono anni in cui sono pochi gli atleti che emergono. Tuttavia il circolo offre ai soci tutto il supporto necessario. Vorrei anche fare un’altra precisazione".
Dica pure.
"I tiratori che fanno agonistica e partecipano alle competizioni regionali e nazionali non sostengono alcun costo. Le linee di tiro e le munizioni sono gratuite, idem le attrezzature come armi e abbigliamento, come pure sono gratis le spese per le trasferte. Vorrei anche far notare che siamo in trattativa con il Comune per cedere 2000 metri quadri di terreno da destinare ad area verde, per il bene della collettività pistoiese. Purtroppo, tutta questa attività ha subìto un colpo durissimo, mortale. In questo momento di grande dolore, mi sento di essere molto vicino alla famiglia di Riccardo Tarlati".

mercoledì 24 settembre 2008

RASSEGNA STAMPA 3


INDAGINI AL POLIGONO

L'esperto della Procura al lavoro




Sulla tragedia del poligono di via dei Macelli, dove tra le fiamme ha perso la vita il fotografo pistoiese Riccardo Tarlati, sono al via le indagini della magistratura. Al lavoro per la consulenza tecnica Paride Minervini, uno dei massimi esperti italiani nel settore balistico ed esplosivi. Sua anche la consulenza sulla morte di Calipari

Pistoia, 2 settembre 2008 - A quaranta giorni dalla spaventosa tragedia del poligono di via dei Macelli, diventato trappola senza scampo di fiamme e di fumo per il fotografo pistoiese Riccardo Tarlati, le indagini della magistratura vedono, nella giornata di oggi, la partenza del lungo viaggio giudiziario verso la verità, verso la ricostruzione di questo tragico evento, senza precedenti nella nostra città, e verso la risposta alla più cruciale delle domande: la morte di Riccardo poteva essere evitata? Oggi, a mezzogiorno, il magistrato inquirente, sostituto procuratore della Repubblica Emiliano Raganella, conferirà l’incarico per la consulenza tecnica, qui atto irripetibile, all’esperto. Si tratta di Paride Minervini, ex ufficiale della Folgore, e ritenuto uno dei massimi esperti italiani nel settore balistico ed esplosivi: sue le consulenze sulla morte del funzionario del Sismi, Nicola Calipari, sulla morte della studentessa Marta Russo e, più recentemente, per la difesa, sulla tragica morte del tifoso laziale Gabriele Sandri nella piazzola autostradale ad Arezzo.


La procura si attende da questa consulenza la massima precisione e per il capitano Minervini il magistrato, a quanto pare, avrebbe predisposto un lungo e articolato quesito che gli sarà consegnato questa mattina. All’esperto quindi il compito di ricostruire la dinamica dell’evento e se poteva essere impedito e se, conseguentemente, poteva essere scongiurata la tragica fine di Tarlati. Quel terribile pomeriggio del 24 luglio scorso, come si ricorderà, Riccardo Tarlati, 60 anni, che aveva il suo studio fotografico in Porta Lucchese, era impegnato al poligono di tiro nella taratura della sua carabina, in previsione di alcuni abbattimenti selettivi di ungulati. All’improvviso scoppiò un incendio che costrinse tutti i tiratori alla fuga. Le fiamme si svilupparono rapidamente attaccando il materiale per l’insonorizzazione. Per Riccardo fu fatale il tentativo di recuperare la sua carabina, scioccante sequenza che è stata ripresa, come è noto, dalla telecamere per la sorveglianza interna del poligono. Non riuscì a varcare le fiamme e tentò inutilmente di uscire da una delle finestrelle di tiro. Non ce la fece e il fumo lo avvolse in una nuvola mortale, soffocandolo.


Stamani il conferimento dell’incarico a Minervini avverrà alla presenza dei legali dei quattro indagati: l’avvocato Andrea Niccolai per il presidente del tiro a segno, Daniele Cecchi, e per il direttore di tiro, Carlo Rocchi; l’avvocato Cecilia Turco per il custode e addetto alle pulizie Paolo Banci e l’avvocato Andrea Mitresi per il tiratore Marco Maccioni. Stamani saranno quindi nominati anche i consulenti scelti dal pool dei difensori: il professor Renato Porta, docente del Politecnico di Milano, per quanto riguarda gli aspetti relativi all’incendio e Paolo Romanini, esperto balistico di Parma. La famiglia di Riccardo Tarlati sarà presente con i propri legali di parte civile, gli avvocati Laura e Luca Innocenti. Il sopralluogo dovrebbe cominciare oggi, subito dopo il conferimento dell’incarico.




RASSEGNA STAMPA 2

FIAMME AL POLIGONO DI TIRO

Muore 60enne prigioniero del rogo

E' rimasto bloccato tra le fiamme nel gabbiotto del tiro del poligono di Pistoia. Riccardo Tarlati, 60 anni, ha cercato disperatamemnte di uscire dalla feritoia, ma l'incendio non gli ha lasciato scampo

Pistoia 25 luglio - Ha cercato riparo verso la feritoia dalla quale passano i proiettili per raggiungere il bersaglio, cento metri più in là. Guadagnato il pertugio, ha gettato la carabina all’esterno, ma non ce l’ha fatta a scavalcare. Il fumo lo ha stordito, poi le fiamme lo hanno raggiunto e non c’è stato nulla da fare per Riccardo Tarlati, sessant’anni, fotografo professionista e cacciatore per hobby.

Ieri pomeriggio nell’impianto del Tiro a Segno Nazionale, glorioso sodalizio della Pistoia sportiva fondato nel 1880, Tarlati stava sparando per tarare il binocolo della carabina con la quale fra qualche settimana avrebbe cacciato gli ungulati che gli era stato concesso di abbattere. Si trovava sulla terza delle quattro linee del poligono quando nella prima, quella più prossima all’uscita, è divampato un incendio che si è propagato velocemente malgrado le pareti fossero rivestite di materiale fonoassorbente e ignifugo.

"In quindici secondi le fiamme hanno avvolto tutto - è la testimonianza di Carlo Rocchi, consigliere del Tiro a Segno Nazionale, che stava apprestandosi ad entrare nella linea 2 accanto a quella in cui è morto Tarlati -. Maccioni, che occupava la prima linea, quella andata a fuoco, mi ha gridato qualcosa. Ho raggiunto l’estintore, ma non mi è rimasto altro che scappar via. A fuggire è riuscito anche a Rinaldo Spinicci, 60 anni, che occupava la linea 4, quella più lontana dall’uscita: è passato di corsa fra le fiamme, la maglietta ha preso fuoco provocandogli ustioni alla schiena. Niente di grave in confronto a quel che è accaduto a Tarlati, rimasto imprigionato fra fumo troppo denso, fiamme troppo alte e una finestra troppo piccola. Ma com’è possibile che in un impianto sportivo in cui la sicurezza è il primo comandamento, sia divampato un incendio? La causa più probabile è la polvere da sparo che si sarebbe depositata, sottile e impercettibile sulle pareti, un colpo dietro l’altro. Sarebbe bastato uno sparo assieme all’elevatissima temperatura del pomeriggio di solleone a provocare la scintilla. Carlo Rocchi però non ci crede: "La manutenzione è all’ordine del giorno. L’impresa effettua costantemente il lavaggio delle pareti con l’idropulitrice. Basti pensare che in una delle linee, fra umidità e luce ridotta è nato e un bel fungo. Impossibile che spuntasse in un ambiente secco".

Franco Granai, consigliere della Federazione tiro a segno, giunto da Firenze alla notizia della disgrazia sottolinea l’impegno per la sicurezza. "Dopo la morte del custode del poligono di Galceti a Prato nel 2006, provocata da un incendio, l’attenzione è massima in tutti i circoli, anche se paradossalmente la casistica riporta un maggior numero di incidenti di questo tipo che non provocati dall’uso delle armi". Il sostituto procuratore Emiliano Raganella attende l’esito delle analisi da parte dei vigili del fuoco e soprattutto l’esame delle riprese delle telecamere a circuito chiuso del poligono nel quale si addestrano anche le forze dell’ordine. Intanto Andrea Tarlati, figlio della vittima, arrivato con ancora addosso la tuta che usa nel suo lavoro di meccanico, si dispera: "Non è possibile morire brucuati mentre ci si sta divertendo. Qualcuno deve spiegare perché. E qualcuno risponderà".




RASSEGNA STAMPA 1

TRAGEDIA AL POLIGONO
Indagati, primi passi della difesa
Tante le testimonianze della comunità
Al via i colloqui dei quattro indagati per il tragico rogo al poligono in cui ha perso la vita il 60enne Riccardo Tarlati Toccanti le testimonianze della comunità in ricordo del fotografo pistoiesePistoia, 28 luglio 2008 - A quattro giorni dal tragico rogo al poligono dove ha perso la vita, soffocato dal fumo, il fotografo pistoiese Riccardo Tarlati, cominceranno oggi i colloqui dei quattro indagati con i loro avvocati. A difendere il presidente del tiro a segno nazionale, Daniele Cecchi, il custode Paolo Banci, il direttore di tiro Carlo Rocchi e il tiratore Marco Maccioni, sono gli avvocati Andrea Niccolai e Cecilia Turco del foro di Pistoia. Uno dei primi passi sarà la nomina di un consulente dopo l’autopsia, la scelta potrebbe cadere sul patologo fiorentino Edoardo Franchi. "Seguiremo gli sviluppi della consulenza del pm - ci ha detto ieri l’avvocato Niccolai -. Tutta la dinamica dei fatti deve essere chiarita e il filmato potrà contribuire. Sarà importante capire perchè il fuoco è partito e la quantità e il perchè della presenza dei residui di polvere. Certo è che tutte le persone indagate sono profondamente dispiaciute di fronte a questa tragedia che si è verificata in un’associazione che in fondo si dedica allo sport".



E’ atteso per il primo pomeriggio di oggi il ritorno a pistoia della salma di Tarlati. Da oggi quindi chi desidera rendere omaggio al feretro potrà farlo nelle Cappelle del Commiato della Misericordia, in via del Can Bianco. Domani, alle 16, nella chiesa dell Misericordia, sarà celebrata la messa funebre. Questa tragedia sta commuovendo profondamente tutta la città e ogni giorno arrivano testimonianze sulle tracce che Riccardo ha saputo lasciare nella comunità pistoiese. Fra queste la lettera della presidente dell’associazione 'Solidarietà e Rinnovamento', Angela Nisticò, commossa per il pensiero della famiglia Tarlati, che ha chiesto di destinare al gruppo che da moltissimi anni si occupa dei ragazzi colpiti da disagio psichico e delle loro famiglie, tutte le offerte in memoria di Riccardo. "Ringraziamo - scrive Angela - la famiglia Tarlati per il gesto che ha voluto rivolgere nei nostri confronti dopo la morte del nostro caro Riccardo. Vogliamo esternare il nostro grande dolore e quanto siamo vicini a loro tutti. Riccardo ci mancherà tanto e ci mancheranno le parole d’insegnamento ai 'nostri ragazzi'. Uno dei suoi allievi, nel conoscere l’atroce realtà, ha detto : '...e ora chi ci insegnerà...'. In queste poche parole è racchiusa la tanta disponibilità che aveva nei confronti dei più deboli. Chi lo ha conosciuto lo potrà ben confermare. Siamo ulteriormente commossi perchè ha voluto pensare a noi anche dopo la sua partenza. Ciao Riccardo, a ben rivederci". (Per le donazioni ricordiamo il codice corretto Iban che è: IT80 U062 6013 8000 0000 2465 C00).


Riccardo Tarlati era un riferimento importante anche per l'Associazione Sub Pistoia. "I soci e gli amici - scrive il presidente Alessandro Bujani - porgono le loro più sentite condoglianze alla famiglia di Riccardo che per moltissimi anni, è stato persona fondamentale per il Club. Istruttore di nuoto-acquaticità, apnea e subacquea presso l'associazione e bravissimo fotografo sub, amico ed esempio per tutti i soci. Fotografo ufficiale di tutte le manifestazioni. Sempre pronto a consigliare attrezzature e tecniche per andare sott'acqua a fare fotografie o filmati. Come lui anche il figlio Andrea, sempre pieno di iniziative e aggiornatissimo. I trecento soci del Sub Pistoia con lo staff istruttori e il consiglio cirettivo, porgono di cuore un ultimo saluto a Riccardo Tarlati".

http://lanazione.ilsole24ore.com/pistoia/2008/07/28/107608-indagati_primi_passi_della_difesa.shtml

rassegna stampa

Ci sono degli indagati per l'incendio del poligono
26/07/2008 - Sviluppi nelle indagini del rogo del tiro a segno.

Quattro persone sono state iscritte nel registro degli indagati con l' ipotesi di omicidio colposo per la morte di Riccardo Tarlati, il fotografo sessantenne residente nel comune di Serravalle Pistoiese, che mercoledi' scorso e' morto nell'incendio avvenuto al poligono del tiro a segno nazionale. Su iniziativa del sostituto procuratore della Repubblica Emiliano Raganella sono stati indagati Daniele Cecchi, presidente del Tiro a Segno Nazionale, Carlo Rocchi, istruttore e direttore di tiro, Marco Maccioni, che stava occupando la linea 1 del poligono da cui si sono sprigionate le fiamme e Paolo Banci, custode e addetto alla pulizia dell'impianto. Rocchi e Banci sono membri del consiglio direttivo dell'associazione Tiro a Segno Nazionale, mentre Maccioni ne e' proboviro. Secondo quanto appreso, l'iscrizione dei quattro indagati rappresenta un atto dovuto. In qualita' di indagati i quattro potranno incaricare propri consulenti di assistere alle attivita' probatorie che saranno attivate per ricostruire la dinamica del fatto.

http://www.toscanatv.com/leggi_news?idnews=NL082955

DUE MESI

Oggi sono passati due mesi dal giorno che te ne sei andato. Era il 24 luglio e fra poche ore salutasti la mamma dandole appunamento al negozio alle 16 per l'apertura pomeridiana. Lei ti ricorda felice e tranquillo. Di li a poco ci sarebbero state le vacanze e poi l'apertura della caccia di selezione. Per questo avevi deciso di andare al poligono di tiro del TSN di pistoia (http://www.tsnpistoia.it/ sito chiuso dal giorno in cui sei morto PERCHE?) per tarare il binocolo della carabina . Non eri un frequentatore abituale del poligono , ci andavi si e no una o due volte l'anno solo per metere a punto il fucile. L'anno scorso non ci eri mai andato ed anche quest'anno avevi rimandato tante volte....ma come si dice ..l'appuntamento col destino non è rinviabile.

La mamma sono andato a prenderla io al negozio , dopo una corsa di svariati km fatta sperando di trovarti ferito ma vivo , con le lacrime agli occhi ma con la certezza che non era successo niente di grave perchè al poligono non poteva succedere niente di grave. Quando però siamo arrivati la poligono abbiamo subito capito che non c'eri più.
Li per li non ho provato che rabbia , rabbia per non averti salutato come si deve e rabbia nei confronti di tutti quelli che erano li che si davano da fare che correvano e che chiaccheravano inutilmente.
Due ore ci hanno fatto attendere , senza dirci niente senza farci capire cosa era successo. Ho dovuto litigare , puntare i piedi e gridare per vederti , per sapere che era vero che tu non c'eri più. Eri li supino , con le mani sul volto in quell'inferno carbonizzato.Non dimenticherò mai quell'odore dolciastro ,di cenere bagnata e che è rimasto anche sui tuoi effetti personali.Cosa è successo? Quanto hai sofferto e quanto è durata quell'agonia? Perchè a te che eri una buona persona? Perchè non una morte dolce e serena , se veramente quello era il tuo giorno?

MI DIVERTO DA MORIRE



Quanto volte raccontando al telefono le nostre vacanze o un episodio piacevole abbiamo usato questa espressione ? Ebbene a me è successo veramente e se sono qui a raccontarlo è solo perchè un giorno sono andato a divertirmi e non sono più tornato a casa. Se posso esprimere questo pensiero è soltanto grazie alla tecnologia e a qualcuno che si prende la briga di scrivere per me.
Se non l'avete ancora capito sono morto.
Chi sono? o chi ero?
Mi chiamo Riccardo Tarlati e fra poco avrei compiuto 60 anni. Tutto andava bene , anzi benissimo. Avevo da poco aperto un piccolo studio fotografico , facevo il fotografo ed ero anche bravino a quanto si dice in giro.Gli affari andavano bene . Ero diventato nonno da pochi mesi e questa era una delle gioie più belle che avessi mai provato. Avevo tanti piani per il mio nipotino....cose serie tipo portarlo a pescare o a giro per i boschi , fargli conoscere le bellezze della natura e portarlo al mare . Poi le moto anche se i genitori non sarebbero stati molto d'accordo! Insomma stavo veramente bene a tal punto che avevo comprato un camper per andarmene in vacanza con mia moglie Daniela e la mia stellina , un cane eccezionale.
Però...il 24 luglio 2008 avevo un appuntamento di quelli che non si può mancare. E li è finito tutto.



p.s.: passo la palla ad Andrea , mio figlio , perchè scrivere da dove sono io è oltremodo faticoso e perchè ,purtroppo per lui , un sacco di cose in più da raccontare su quello che è successo....e che sta succendendo.