mercoledì 26 novembre 2008

STAMPA , sicurezza dei poligoni

Nei giorni successivi all'incidente in cui perse la vita mio padre in molti si sono subito preoccupati di rilasciare interviste sulla sicurezza assoluta dei TSN e dei poligoni in generale , uno fra tutti il sig.FRANCO GRANAI dell'UITS toscana che ebbe da dire che "l'attenzione è massima in tutti i circoli...."

bastanon poche ricerche su internet per capire che di attenzione ne viene prestata ben poca ,prima dell'incidente ed anche dopo , come il triste episodio di pordenone conferma.

Pubblico un elenco di articoli relativi ad episodi analoghi....e non sono pochi :

fuoco e morte nel poligono
il carabiniere, Giuseppe Manco 25 anni, e' morto soffocato dal fumo ; intossicati 10 commilitoni. sconosciute le cause dello scoppio che ha provocato l' incendio

Tragedia alla caserma Montebello per un improvviso incendio durante le esercitazioni di tiro Fuoco e morte nel poligono Carabiniere soffocato dal fumo, intossicati dieci commilitoni

Tragedia ieri mattina nella caserma dei carabinieri "Montebello" in via Vincenzo Monti: un militare e' morto e una decina di suoi commilitoni sono rimasti lievemente intossicati a causa di un incendio scoppiato nel poligono di tiro. La vittima e' il carabiniere scelto Giuseppe Manco, 25 anni, originario di Gallipoli (Lecce). Scapolo, dal novembre del 1990 prestava servizio al nucleo Radiomobile di Lodi. Rimasto intrappolato nel tunnel, e' morto soffocato. Gli altri militari, che avevano respirato il fumo dell' incendio nel tentativo di portare aiuto al loro commilitone, sono stati ricoverati in alcuni ospedali cittadini. Le loro condizioni non destano preoccupazioni. In mattinata sono stati visitati dal comandante generale dell' Arma, Luigi Federici. Il bilancio dell' incidente sarebbe stato molto piu' pesante se fossero esplose le cassette di munizioni. Per fare luce sul grave episodio il ministro dell' Interno, Roberto Maroni . che si trovava a Milano per un incontro con i vigili del fuoco, e che si e' subito recato alla caserma "Montebello" assieme al prefetto Giacomo Rossano, al direttore generale della Protezione civile, Elveno Pastorelli, e al vice questore vicario, Eugenio De Feo . ha disposto la costituzione di due commissioni d' inchiesta. Una, composta da artificieri dell' Esercito e tecnici dei vigili del fuoco, dovra' accertare sia le cause dello scoppio che ha preceduto l' incendio, sia i motivi che hanno consentito alle fiamme di propagarsi cosi' rapidamente in un ambiente che dovrebbe essere a prova d' incendio; l' altra, affidata al prefetto Pastorelli, dovra' esaminare i criteri di sicurezza di tutti i poligoni di tiro esistenti in Italia. La "Montebello", oltre a essere sede di alcuni comandi dell' Arma e del nucleo Radiomobile, dispone del piu' grande poligono di tiro della regione, ricavato all' interno di un ampio capannone costruito quasi di fronte al portone d' ingresso della caserma. Ogni mattina, dal lunedi' al sabato, militari dei vari comandi della Lombardia vi si esercitano con le armi. Ieri era il turno del gruppo di Lodi e una sessantina di militari, tra cui lo sventurato Giuseppe Manco che svolgeva l' incarico di autista del comandante della Radiomobile, tenente Giuseppe Donnarumma, anch' egli rimasto intossicato nell' opera di soccorso, si sono quindi preparati a sparare. Per primo, nel settore delle linee di tiro, e' entrato proprio Giuseppe Manco che aveva il compito di predisporre il materiale per l' esercitazione. A un tratto c' e' stata l' esplosione cui ha subito fatto seguito l' incendio. Cosa l' abbia provocata ancora non e' certo. Sembra che l' ambiente, dopo l' esercitazione di sabato scorso, fosse rimasto saturo di gas (prodotti da migliaia di colpi di pistola) contenenti pulviscolo di piombo, antimonio e bario (assieme formano una miscela altamente infiammabile), non eliminati . per cattivo funzionamento oppure perche' nessuno aveva pensato di azionarlo . dall' impianto di aspirazione. Una scintilla, la fiamma di un accendino possono avere provocato la deflagazione. Le fiamme hanno subito trovato facile esca nel rivestimento delle pareti, in parte di legno ricoperto di materiale spugnoso insonorizzante. Giuseppe Manco, spaventato dall' incendio, deve avere tentato di scappare spingendo il maniglione antipanico reso pero' rovente dal calore. Lo dimostrerebbe la sua mano destra fortemente ustionata. Poi il terrore deve avere preso il sopravvento e il carabiniere, per allontanarsi dal punto dell' incendio, si e' rifugiato in fondo al tunnel di tiro, dove ci sono le sagome, nella speranza di essere soccorso in tempo. Si e' invece infilato in una trappola resa mortale dal fumo che ha invaso l' intero poligono. Il giovane non ha avuto scampo. Richiamati dallo scoppio e dal fumo, sono accorsi gli altri carabinieri che hanno tentato di spegnere le fiamme con gli estintori. Una decina di militari sono cosi' rimasti lievemente intossicati. Tra questi l' ufficiale medico della "Montebello", il sottotenente Francesco Benedetti. L' incendio e' stato poi domato dai vigili del fuoco. Purtroppo per Giuseppe Manco non c' era piu' nulla da fare.

Ambrosini Gianfranco

Pagina 29
(2 agosto 1994) - Corriere della Sera

POLIGONO: ROGO CALCETI, DUE AVVISI DI GARANZIA PER OMICIDIO COLPOSO

Dopo la morte dell'armiere indagati per omicidio colposo il socio che stava sparando e l'addetto ai controlli. Ma non si esclude il corto circuito

Prato, 24 agosto 2006 - Dopo la morte di Edo Carlesi, responsabile dell’armeria del poligono di Galceti — deceduto una settimana fa all’ospedale Gaslini di Genova dopo un mese e mezzo di agonia — l’inchiesta della magistratura sull’incendio che lo scorso 4 luglio distrusse il tirassegno pratese non si basa più sui reati di lesioni e danneggiamento, ma su quello, più grave, di omicidio colposo . Due sarebbero al momento gli indagati per la tragedia. Si tratta dell’unico tesserato — una guardia giurata — che si stava esercitando al tiro con la pistola in quel momento. L’uomo si è già rivolto al suo legale di fiducia. Proprio dalla sua arma sarebbe partito il bossolo incandescente che alcuni testimoni avrebbe indicato come origine delle fiamme. Ma prende corpo anche una seconda ipotesi: corto circuito ad uno dei motori che trasportano i bersagli. L’altro avviso di garanzia avrebbe raggiunto l’adetto alla sorveglianza del poligono per l’eventuale omesso controllo della struttura. La verità sulla dinamica del rogo è contenuta nella relazione dei tecnici dei vigili del fuoco, già depositata in procura. Il punto di innesco dell’incendio è stato individuato con certezza lungo la linea di tiro dei 25 metri. Il pm responsabile dell’inchiesta ha richiesto l’acquisizione delle cartelle cliniche di Carlesi, stroncato dalle conseguenze delle ustioni e dell’inalazione dei vapori incandescenti. E rimane da spiegare, secondo gli inquirenti, la presenza di pannelli in legno all’interno del poligono. Manfredo Candia, presidente della sezione pratese del «Tirassegno nazionale» da otto anni, spiega: «Avevamo una regolare autorizzazione per tutti i reparti del poligono. Le linee di tiro erano state tutte omologate e controllate con periodicità dal Genio militare, incaricato dal ministero della Difesa. Il tirassegno ha più di 5mila tesserati ed esiste da 1883. E’ la prima volta che si verifica un incendio. Sono certo che siano state rispettate tutte le misure di sicurezza, ma credo sia doveroso che l’inchiesta della magistratura faccia il suo corso e chiarisca i fatti. Inizieremo la ricostruzione non appena verranno tolti i sigilli giudiziari».

fonte: Quotidiano.net

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