la pistola rubata al poligono di tiro
«Ha scambiato la Beretta con un giocattolo»
I responsabili del centro rischiano l'accusa di omesso controllo
Marcello Pistone
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Ha pianificato la strage nei minimi dettagli Marcello Pistone. Per portare a termine il suo folle piano aveva bisogno di una pistola ed è andato a prenderla dove ce n’è in abbondanza. La vecchia Beretta calibro 7.65 usata per sterminare la sua famiglia l’ha rubata domenica con disarmante facilità al poligono di tiro, beffando controlli e regolamenti.
Erano le undici e mezza, un’ora prima della strage. Un piano studiato a fondo e partito da lontano. Il 28 gennaio il 48enne palermitano si è presentato in via Agucchi e ha compilato i moduli per l’iscrizione (dichiarando il falso, cioè di non avere precedenti penali). Sparava e scriveva Pistone. Chiuso nel monolocale dove viveva preparava l’ultimo atto prima dell’uscita di scena, un testamento di tre pagine cariche d’odio. Nel frattempo faceva le prove generali al poligono.
Ai primi di febbraio è andato di nuovo a sparare. Poi domenica, finita la sessione di tiro ha sostituito la Beretta affittata al poligono con una scacciacani, l’ha riposta nella valigetta e dopo averla riconsegnata è uscito con l’arma e almeno otto proiettili in tasca. Nessuno si è accorto di niente fino a lunedì, quando il nome di Pistone era sui giornali. A quel punto la direzione del poligono ha chiamato la polizia e denunciato il furto alla squadra mobile.
La vicenda apre un capitolo delicato che rischia di procurare guai ai responsabili del poligono che potrebbero finire indagati per l’omessa custodia dell’arma. Sorprende infatti la facilità con cui Pistone, che aveva alle spalle precedenti penali, ha potuto procurarsi la pistola. Del resto per iscriversi al poligono basta un’autocertificazione, un regolamento che ha mostrato limiti oggettivi: «Sicuramente c’è stata una falla, una leggerezza. Una cosa del genere non era mai capitata, ora dovremo rivedere le procedure — dice Maurizio Calzolari, presidente del poligono — Si era iscritto da noi a fine gennaio dopo aver portato un certificato medico e firmato un’autocertificazione in cui escludeva di avere precedenti penali. Di solito chiediamo l’originale dei carichi pendenti solo in casi eccezionali. Sono le regole della federazione, non le stabiliamo noi». Dopo l’iscrizione Pistone ha frequentato un corso per principianti: «Ha fatto due lezioni, come previsto per chi non ha svolto il servizio militare. Domenica è venuto di nuovo — dice Calzolai —. La procedura prevede un doppio controllo. Alla fine della sessione il direttore di tiro verifica che la pistola sia scarica e che venga riposta nella custodia per la consegna alle segretarie che controllano ancora. Sembrava tutto a posto, nessuno si è accorto di niente, forse ha fatto lo scambio tra i due controlli. Lunedì dopo aver letto i giornali il direttore di tiro si è ricordato lui, abbiamo verificato e nella custodia c’era una pistola giocattolo».